mercoledì 31 ottobre 2012

Diciottesimo episodio: Il gusto dell'avventura.

Questa storia è un omaggio all'avventura, alla fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Il personaggio di Bartolomeo de' Casati Scuri, mai esistito nella realtà, è ispirato ai tanti capitani di ventura italiani che fecero la loro fortuna soprattutto tra il 1300 e il 1400. Il termine stesso condottiero, viene dalla condotta, ovvero il contratto stipulato dalle compagnie di ventura con il governo dal quale erano assoldate.
L'ultimo grande capitano fu Giovanni dalle Bande Nere, che nel 1526 con i suoi ( pochi) uomini quasi fermò la discesa dei lanzichenecchi verso Roma.
Con il passare del tempo il mestiere cadde in disuso, e già tra la fine del cinquecento e l'inizio del seicento, cioè quando è ambientata la nostra storia, la figura del capitano di ventura era quasi praticamente scomparsa dagli eserciti europei.
Rimasero alcuni grandi figure di condottieri come Ambrogio Spinola o Raimondo Montecuccoli, anche se con caratteristiche diverse rispetto ai capitani di ventura classici.
Scegliere come protagonista un uomo fuori dal suo tempo, prigioniero di un passato che non esiste più, è un vecchio trucco narrativo, sempre utile per ottenere quel tocco di romanticismo fondamentale per sottolineare ancora di più il gusto dell'avventura. Buona lettura.

giovedì 18 ottobre 2012

Diciassettesimo episodio: Una Storia da Raccontare

Questo episodio è un omaggio ad uno delle caratteristiche principali di Venezia, da sempre considerata la città dell'amore in tutte le sue sfaccettature: dal romanticismo dei suoi splendidi scorci all'erotismo proprio di Casanova e di certe libertà concesse dal costume veneziano.
Il tentativo di questo episodio è quello di riprodurre tutte queste diverse declinazioni del sentimento, cercando anche di raccontare quello che era lo spirito della Serenissima repubblica.




giovedì 4 ottobre 2012

Doppio episodio (quindicesimo e sedicesimo): Il lato oscuro di Venezia

Caravaggio è finalmente giunto a Venezia. In questo primo episodio, Michelangelo avrà a che fare con la leggenda di Cà Dario, una delle case infestate più famose del mondo.
Costruita nel 1479 dall'architetto Pietro Lombardo su mandato di Giovanni Dario, la villa doveva servire come dote per la figlia Mariuccia. La donna, sposatasi con il ricco mercante Barbaro, morì suicida, a causa della bancarotta del marito. Da quel momento, ha inizio la maledizione dei proprietari di Cà Dario.
La casa rimase alla famiglia Barbaro fino al XIX secolo, poi passò ad un mercante di gemme di origine armena, Arbit Abdoll, che fece bancarotta poco dopo. Dopo di lui, venne il turno di Radon Brown, un inglese che morì suicida sempre in seguito ad un tracollo economico. Il proprietario successivo, Charles Briggs, fu costretto a fuggire in Messico dove si suicidò il suo amante.
Successivamente, la villa ospitò il poeta francese Henri de Régnier, che a causa di una grave malattia dovette rinunciare per sempre a recarsi nella sua amata Venezia.
Nel secondo dopoguerra, la casa stava per passare al tenore Mario del Monaco, che dopo un terribile incidente automobilistico rinunciò, anche in seguito ad una lunga e difficile riabilitazione.
Poi venne la volta del conte torinese Filippo Giordano delle Lanze, ucciso nella villa dal suo amante, il marinaio croato Blasich, che fuggì a Londra dove fu assassinato.
La villa fu rilevata da Kit Lambert, manager degli Who, che morì cadendo dalle scale poco dopo.
Negli anni ottanta la villa tornò di proprietà di un veneziano, Fabrizio Ferrari, che poi perse tutto il suo patrimonio, mentre sua sorella morì in uno strano incidente stradale.
Il nuovo proprietario fu Raul Gardini, il noto imprenditore implicato nello scandalo di Tangentopoli, morto suicida in carcere nel 1993.
Da Gardini in poi, la villa è rimasta sostanzialmente senza compratori. Si dice che Woody Allen fosse interessato all'acquisto, ma la trattativa non si è mai concretizzata.
La maledizione però non si è fermata: l'ultima vittima di Cà Dario è il bassista John Entwistle, morto d'infarto nel 2002 dopo un soggiorno di una settimana proprio nella villa veneziana.
Di sicuro c'è una spiegazione razionale, e in cinquecento anni di storia ci saranno stati tantissimi proprietari, per cui è possibile che si tratti solo di circostanze sfortunate. Eppure la casa è ancora sfitta e al momento non ci sono compratori. D'altronde fu costruita su di un antico cimitero, un terreno ideale per condensare le energie negative...