mercoledì 11 aprile 2012

Secondo episodio: Per l'amore dell'arte (2 di 2)


... e per haver occiso un suo compagno fuggì dal paese.

Con queste parole, Giovan Pietro Bellori, autore de Le vite de' Pittori scultori e architetti moderni (1672) introdusse l'argomento della fuga di Caravaggio dalla sua terra natale. Anche Giulio Mancini, nel suo Considerazioni sulla pittura, (1620), alluse ad un episodio simile, sottolineando il fatto che Merisi fu costretto a trascorrere un periodo in prigione.
 Michelangelo dunque si rese colpevole di un omicidio che lo costrinse a fuggire da Milano, all'epoca in mani spagnole. Tutto il resto è avvolto nel mistero. Su chi sia stata la vittima di Caravaggio e perché Michelangelo decise d'ucciderlo non c'è nessuna documentazione. Per questo, noi abbiamo scelto Antonio. E' un suo amico e corrisponde perfettamente alle parole del Bellori. Inoltre non è un omicidio voluto. E' dovuto ad un eccesso di foga, a quel carattere tumultuoso che fu croce e delizia di Michelangelo Merisi. La scena in cui Caravaggio, pentito del suo gesto, depone  gentilmente a terra il corpo ormai esanime di Antonio è una chiara riproposizione del dipinto la Deposizione, che fu ovviamente realizzato da Merisi dieci anni dopo, tra il 1602 e il 1604. Abbiamo deciso di inserirlo nel testo perché volevamo anticipare quelli che saranno i temi portanti della serie: da un lato l'avventura, dall'altro l'arte. 
Al termine dell'episodio solo l'intervento di Costanza Colonna Sforza permette a Michelangelo di sfuggire ad una lunga detenzione. Come abbiamo già scritto, la benevolenza di Costanza, e per riflesso di tutta la famiglia Colonna, sarà fondamentale per tutta la vita di Caravaggio.

Nota: Nella spiegazione del primo episodio c'è una frase che potrebbe trarre in inganno il lettore. E' infatti plausibile che Michelangelo conoscesse i figli di Costanza, ma Antonio, come la donna esplicita chiaramente nel testo, è semplicemente un suo protetto

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