giovedì 27 dicembre 2012

Ventiduesimo episodio: Tanto tempo fa


Questo episodio è chiaramente un' invenzione narrativa, senza alcun legame con la vera vita di Michelangelo. L'assenza di qualsiasi riferimento storico sul presunto soggiorno veneziano permette di lasciar sfogare la fantasia, in questo caso giocando con il nostro media preferito, il fumetto.
In fondo, da quando sono iniziate le avventure di Michelangelo ci siamo dedicati all'arte, l'avventura e il talento, adesso è arrivato di divertirci, immaginando uno strano fumetto di tanto tempo fa. Dal prossimo episodio, Michelangelo lascerà Venezia. Da qui, comincerà un breve ciclo in giro per l'Italia dell'epoca e poi Roma, la città dove si esprimerà al meglio, in tutti i sensi...

mercoledì 12 dicembre 2012

Ventunesimo episodio: il manoscritto proibito parte 3


In questo episodio si conclude il miniciclo legato al De Tribus Impostribus. Il manoscritto genera l'interesse di tutti, ma chi riuscirà ad impossessarsene? Per ogni curiosità, rimando ai due post precedenti. Per un'avventura che finisce, ce n'è un'altra che comincia a breve: Michelangelo infatti rimarrà a Venezia ancora per due episodi, e poi si dirigerà finalmente verso Roma. Il suo sarà un viaggio ricco di imprevisti, ma alla fine riuscirà a raggiungere la sua meta. Sarà proprio l'arrivo nella città eterna a segnare una svolta nella narrazione della vita di Merisi, con i primi riferimenti alla realtà storica. Sebbene prima del 1595 sia molto difficile ricostruire con precisione la vita di Caravaggio, dal 1592 è perlomeno possibile divertirsi utilizzando le cronache dei suoi tre maggiori biografi: il Mancini, il Baglioni e il Bellori. Per adesso però siamo ancora nella laguna, per goderci le avventure, l'arte e il genio di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

mercoledì 28 novembre 2012

Ventesimo episodio: Il manoscritto proibito seconda parte


Michelangelo, a seguito dell'episodio precedente, è costretto alla ricerca del manoscritto del De Tribus Impostoribus, libro di cui abbiamo parlato nel post precedente. Questa storia è tutta ambientata nel fiorente mondo degli stampatori veneziani. 
La Serenissima repubblica, con le sue garanzie di libertà d'opinione, costituiva l'humus ideale per pubblicare libri e testi di tutte le provenienze. Da quando nel 1455 Gutemberg aveva dato alle stampe la sua Bibbia, il suo nuovo metodo di produzione culturale era letteralmente esploso. Già all'inizio del XVI secolo si teneva importanti fiere del settore, tra cui quella di Francoforte, la cui tradizione continua ancora oggi. A Venezia, tra la fine del '400 e l'inizio del '500 fu attivo Aldo Manuzio, considerato forse il primo editore moderno e padre fondatore dell'Accademia Aldina, centro nevralgico della cultura umanistica veneziana. Alla sua morte, avvenuta nel 1515, la sua stamperia passò al figlio e poi dal nipote, fino al 1590. A quest'ultimo è chiaramente ispirato il personaggio di Manurio: con una piccola licenza poetica lo abbiamo fatto morire due anni dopo. Lo stesso criterio è stato usato con l'Accademia Aldina, mantenuta in vita un po' più della realtà e affidata alle cure dell'immaginario Terenzio Pallotta. Abbiamo quindi due personaggi di fantasia per un'istituzione di cui ancora si può osservare la targa commemorativa.
Questa piccola forzatura ci consente di restituire il senso di quello che era Venezia allora, in termini di produzione culturale. D'altronde, lo scopo di questa serie è di intrattenere e incuriosire; per ottenere questo effetto a volte si può leggermente modificare la Storia ufficiale, mantenendo però sempre lo spirito e l'atmosfera dell'epoca. 

giovedì 15 novembre 2012

Diciannovesimo episodio: Il manoscritto proibito.


Questo episodio prende spunto da una delle leggende più interessanti collegate ad un libro. Il De Tribus Impostoribus è stato considerato per quasi tutto il medioevo un testo maledetto, di cui non ha mai circolato nessuna versione ufficiale. Fu con l'enciclica Ascendit de Mari, promulgata da Papa Gregorio IX il primo luglio 1239, che l'imperatore Federico II venne indirettamente accusato di aver scritto il manoscritto. Il libro compie la più grave delle colpe per un uomo del medioevo: mette in discussione il fondamento stesso del mondo, ovvero la religione. Secondo la leggenda e stando alle accuse del Papa, il De Tribus Impostoribus sarebbe infatti un trattato in favore dell'ateismo. La vulgata classifica voleva che il libro fosse stato redatto da Pier delle Vigne, segretario dell'imperatore, sotto sua personale dettatura. Prove non esistono né in un senso né in un altro: quello che è certo è che Federico ebbe forti contrasti con il papato, che lo portarono addirittura alla scomunica. Era anche un uomo di grande cultura, che amava circondarsi di intellettuali. Molti di questi erano di origine araba, e tradizionalmente gli intellettuali cristiani più conservatori facevano risalire proprio ad Averroè la paternità della messa in discussione della religione. E' verosimile dunque che Federico lo possa aver scritto, di più non si può affermare.
Ancora all'epoca di Michelangelo, l'ateismo era considerata l'eresia più grande, come una specie di limite del pensiero. Si poteva essere di un'altra religione, ma non di nessuna. Giordano Bruno fu bruciato sul rogo otto anni dopo lo svolgimento della nostra storia perché accusato, tra le altre cose, di aver considerato Gesù un mago bugiardo.
Duecento anni dopo, Il De Tribus Impostoribus venne poi realmente stampato in francese all'Aia nel 1719, da autore anonimo e con un titolo diverso ( anche se poi tornò quello ufficiale dalla seconda edizioni in poi.) Esiste forse un manoscritto precedente, redatto in latino e stampato a Vienna vent'anni prima. I due testi potrebbero essere versioni rivedute dell'originale di Federico, anche se in realtà l'autore è molto probabilmente un contemporaneo che ha scelto di rimanere anonimo per motivi di convenienza. Neanche all'inizio del settecento era conveniente dichiarare apertamente di essere atei. Il secolo dei lumi stava per iniziare, e le cose sarebbero rapidamente cambiate.
Questo per quanto riguarda la veridicità storica del trattato. Per l'episodio di questo numero, invece, bisogna fare un'altra piccola premessa.
Alla fine del XVI secolo, la Serenissima repubblica garantiva un'ampia libertà di pensiero, e per questo aveva uno dei più fiorenti mercati di produzione dei libri. In questo contesto era dunque possibile immaginare un'avventura del genere, in cui il nostro Caravaggio è suo malgrado costretto alla ricerca di un misterioso manoscritto...


mercoledì 31 ottobre 2012

Diciottesimo episodio: Il gusto dell'avventura.

Questa storia è un omaggio all'avventura, alla fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Il personaggio di Bartolomeo de' Casati Scuri, mai esistito nella realtà, è ispirato ai tanti capitani di ventura italiani che fecero la loro fortuna soprattutto tra il 1300 e il 1400. Il termine stesso condottiero, viene dalla condotta, ovvero il contratto stipulato dalle compagnie di ventura con il governo dal quale erano assoldate.
L'ultimo grande capitano fu Giovanni dalle Bande Nere, che nel 1526 con i suoi ( pochi) uomini quasi fermò la discesa dei lanzichenecchi verso Roma.
Con il passare del tempo il mestiere cadde in disuso, e già tra la fine del cinquecento e l'inizio del seicento, cioè quando è ambientata la nostra storia, la figura del capitano di ventura era quasi praticamente scomparsa dagli eserciti europei.
Rimasero alcuni grandi figure di condottieri come Ambrogio Spinola o Raimondo Montecuccoli, anche se con caratteristiche diverse rispetto ai capitani di ventura classici.
Scegliere come protagonista un uomo fuori dal suo tempo, prigioniero di un passato che non esiste più, è un vecchio trucco narrativo, sempre utile per ottenere quel tocco di romanticismo fondamentale per sottolineare ancora di più il gusto dell'avventura. Buona lettura.

giovedì 18 ottobre 2012

Diciassettesimo episodio: Una Storia da Raccontare

Questo episodio è un omaggio ad uno delle caratteristiche principali di Venezia, da sempre considerata la città dell'amore in tutte le sue sfaccettature: dal romanticismo dei suoi splendidi scorci all'erotismo proprio di Casanova e di certe libertà concesse dal costume veneziano.
Il tentativo di questo episodio è quello di riprodurre tutte queste diverse declinazioni del sentimento, cercando anche di raccontare quello che era lo spirito della Serenissima repubblica.




giovedì 4 ottobre 2012

Doppio episodio (quindicesimo e sedicesimo): Il lato oscuro di Venezia

Caravaggio è finalmente giunto a Venezia. In questo primo episodio, Michelangelo avrà a che fare con la leggenda di Cà Dario, una delle case infestate più famose del mondo.
Costruita nel 1479 dall'architetto Pietro Lombardo su mandato di Giovanni Dario, la villa doveva servire come dote per la figlia Mariuccia. La donna, sposatasi con il ricco mercante Barbaro, morì suicida, a causa della bancarotta del marito. Da quel momento, ha inizio la maledizione dei proprietari di Cà Dario.
La casa rimase alla famiglia Barbaro fino al XIX secolo, poi passò ad un mercante di gemme di origine armena, Arbit Abdoll, che fece bancarotta poco dopo. Dopo di lui, venne il turno di Radon Brown, un inglese che morì suicida sempre in seguito ad un tracollo economico. Il proprietario successivo, Charles Briggs, fu costretto a fuggire in Messico dove si suicidò il suo amante.
Successivamente, la villa ospitò il poeta francese Henri de Régnier, che a causa di una grave malattia dovette rinunciare per sempre a recarsi nella sua amata Venezia.
Nel secondo dopoguerra, la casa stava per passare al tenore Mario del Monaco, che dopo un terribile incidente automobilistico rinunciò, anche in seguito ad una lunga e difficile riabilitazione.
Poi venne la volta del conte torinese Filippo Giordano delle Lanze, ucciso nella villa dal suo amante, il marinaio croato Blasich, che fuggì a Londra dove fu assassinato.
La villa fu rilevata da Kit Lambert, manager degli Who, che morì cadendo dalle scale poco dopo.
Negli anni ottanta la villa tornò di proprietà di un veneziano, Fabrizio Ferrari, che poi perse tutto il suo patrimonio, mentre sua sorella morì in uno strano incidente stradale.
Il nuovo proprietario fu Raul Gardini, il noto imprenditore implicato nello scandalo di Tangentopoli, morto suicida in carcere nel 1993.
Da Gardini in poi, la villa è rimasta sostanzialmente senza compratori. Si dice che Woody Allen fosse interessato all'acquisto, ma la trattativa non si è mai concretizzata.
La maledizione però non si è fermata: l'ultima vittima di Cà Dario è il bassista John Entwistle, morto d'infarto nel 2002 dopo un soggiorno di una settimana proprio nella villa veneziana.
Di sicuro c'è una spiegazione razionale, e in cinquecento anni di storia ci saranno stati tantissimi proprietari, per cui è possibile che si tratti solo di circostanze sfortunate. Eppure la casa è ancora sfitta e al momento non ci sono compratori. D'altronde fu costruita su di un antico cimitero, un terreno ideale per condensare le energie negative...

giovedì 20 settembre 2012

Quattordicesimo episodio: Una Gita in gondola


Finalmente Venezia. Come abbiamo già scritto, Caravaggio si recò sicuramente nella Serenissima Repubblica, anche se non c'è certezza sulle date.
Forse nel 1591, forse nel 1592, di sicuro prima di andare a Roma.
A quei tempi, l'accesso alla laguna era possibile attraverso alcuni canali, molto utilizzati per il traffico di merci. Delle vere e proprie strade d'acqua, attraversate ogni giorno da gondole che trasportavano cibo, stoffe, merci preziose e passeggeri. 
Proprio su una di queste imbarcazioni, da sempre simbolo di Venezia, si svolge l'episodio di questa settimana, il primo del ciclo ambientato nella città dei Dogi.

giovedì 6 settembre 2012

Tredicesimo episodio: Oltre il fiume


La palude è un posto umido e stagnante, dove spesso si rischia di restare intrappolati. E' quello che capita a Michelangelo, ormai alle porte di Venezia. Questo episodio è decisamente il più onirico e surreale di quelli realizzati finora e contiene un'interessante riferimento al futuro di Michelangelo. L'altra spiaggia di cui si parla, è quella di Porto Ercole, nell'Argentario, dove Merisi trovò la morte, nel 1610. Per il resto, c'è poco da aggiungere, se non che dal prossimo episodio comincerà un breve ciclo Veneziano.

giovedì 23 agosto 2012

Dodicesimo episodio: Un mondo imperfetto


Michelangelo è ancora a Verona, e cerca disperatamente di riuscire a sedurre Manuela, l'attrice di cui si è invaghito. Questa storia è tutta concentrata sul loro rapporto, e sui suoi imprevisti (?) sviluppi. La villa in cui si svolge l'episodio è ispirata alla vera Villa Arvedi, una delle più famose della provincia di Verona. Documentata fin dal 1200 come proprietà di Mastino, Alberto e Cangrante della Scala, nel 1432 viene descritta come una possessione con casa merlata con torcolo da vino e torcolo da olio. Tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII subisce dei restauri che le donano la sua conformazione attuale. Classico esempio di villa scaligera, ci sembrava l'ambientazione perfetta per quest'ultima storia veronese.

giovedì 9 agosto 2012

Undicesimo episodio: Una storia triste e meravigliosa

Michelangelo è a Verona, sulla strada per Venezia. E nella città scaligera non poteva mancare un riferimento a Giulietta e Romeo. Shakespeare scrisse l'opera, il cui titolo originale è The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet, tra il 1594 e il 1596, quindi successivamente all'epoca in cui è ambientata la nostra storia. La triste vicenda di Romeo e Giulietta era però già nota da tempo: addirittura Dante inserisce un riferimento ai due infelici amanti nella sua Commedia, nel Purgatorio, anche se nella sua versione i Capuleti sono una famiglia di Brescia. La storia fu ripresa da diversi autori e superò anche i confini della lingua italiana, venendo diffusa prima in francese e poi in inglese, dove fu rielaborata dal bardo di Stratford upon Avon. La realizzazione della scenografia del balcone da parte di Michelangelo è quindi chiaramente un invenzione, un omaggio ad una delle storie d'amore più famose della storia dell'immaginario occidentale.

giovedì 26 luglio 2012

Decimo episodio: Il fascino del Teatro

Omaggio divertito al teatro, questo episodio non prende spunto da nessun fatto realmente accaduto. All'epoca in cui è ambientata la storia il teatro era una forma di intrattenimento in rapida ascesa, sempre più laico e quindi meno legato a rappresentazioni a carattere religioso. E' dalla metà del cinquecento in poi che si diffondono le compagnie girovaghe, all'interno delle quali fanno la loro comparsa le prime attrici di sesso femminile, violentemente osteggiate dalla chiesa.
Caravaggio avrebbe quindi potuto imbattersi in una di queste compagnie e, conoscendolo, difficilmente si sarebbe lasciato sfuggire la possibilità di sedurre un'attrice.


giovedì 12 luglio 2012

Nono episodio: La bellezza del diavolo


Questo episodio, evidentemente inventato, è piuttosto importante per lo sviluppo della serie. L'elemento fantastico, qui introdotto per la prima volta, tornerà in molte storie e sarà fondamentale per sottolineare il carattere tormentato di Caravaggio, pittore maledetto per eccellenza. Michelangelo visse in un'epoca in cui il confine tra scienza e magia era ancora da tracciare, per cui la sua percezione del mondo era sensibile al richiamo della meraviglia.
Chiaramente, trattandosi di una serie di ambientazione storica cercheremo di lasciare sempre al lettore una spiegazione alternativa, del genere è un sogno, o è successo davvero?
Insomma, siete voi a decidere. Come sempre, del resto.

giovedì 28 giugno 2012

Ottavo episodio

Con questo episodio si conclude la storia iniziata con il numero precedente. Caravaggio lascia Brescia e  si dirige verso est, direzione Venezia.
Come già scritto in precedenza, fino al 1592, anno del suo arrivo a Roma, la vita di Michelangelo è piena di punti oscuri, sebbene sia praticamente certo che abbia viaggiato dalla Lombardia al Veneto, in direzione di Venezia.
Raggiungerà la laguna tra qualche episodio, dopo aver vissuto alcune importanti avventure in un'altra città veneta, che scoprirete nelle prossime puntate.

giovedì 14 giugno 2012

Settimo episodio: La giusta distanza


Questo episodio è frutto della nostra fantasia, anche se rispetto al numero precedente la connessione con il reale è decisamente più forte. La storia di Michelangelo e Raffaello è infatti una scusa per introdurre il tema dell'omosessualità di Caravaggio. Su questo argomento gli studiosi sono divisi: mentre la scuola anglosassone non sembra avere dubbi almeno in merito alla sua bisessualità, gli italiani sono più restii ad accettare questa tesi.
Tutto ruota intorno a due figura centrali nella vita di Michelangelo, ovvero il giovane pittore siciliano Mario Minniti e il Cardinal Del Monte.
Minniti è stato un grande amico di Merisi, nonché suo modello in almeno dodici dipinti. Secondo alcuni studiosi, i due furono anche amanti. 
Il Cardinal Del Monte era un uomo molto potente, che fu amico e protettore di Michelangelo, al punto che Caravaggio visse nel suo palazzo per cinque anni, a partire dal 1595.
Secondo la descrizione che ha fatto di lui Dirk Van Amayden, autore di Storia delle famiglie romane (1640) il cardinale conduceva una vita abbastanza licenziosa, preferendo la compagnia di giovani ragazzi a quella delle donne. Van Amayden era filospagnolo e quindi nemico di Del Monte, alleato dei Francesi, per cui le sue accuse vanno prese con le pinze, anche se non si tratta dell'unica testimonianza dei comportamenti lascivi del cardinale. 
Al di là dell'analisi storica e della sua complessità, gli elementi a nostra disposizione sembrano suggerire che Caravaggio fosse probabilmente bisessuale. Per questo abbiamo voluto inserire tra i primi dieci episodi della serie una storia che potesse introdurre quest'ulteriore elemento di complessità nella vita di Michelangelo.

giovedì 31 maggio 2012

Sesto episodio: La legge del più forte


Questo episodio, ancora ambientato a Brescia, è di pura finzione narrativa. Ci siamo divertiti a giocare con il personaggio di Michelangelo, che di sicuro avrebbe speso i suoi primi guadagni in osteria, investendoli in vino e donne. La vita di Merisi è talmente piena di situazioni limite, tra risse, duelli e legami con la criminalità, che non è difficile immaginarlo ad inseguire un ladruncolo tra i vicoli del centro cittadino. Anche il personaggio del piccolo delinquente costretto a rubare per qualcuno più malvagio di lui è un universale della narrazione, perché in fin dei conti ad una certa età non si può mai essere veramente troppo cattivi. L'avventura è un elemento fondamentale della nostra serie, e anche quando è solamente frutto della nostra fantasia, è comunque un omaggio alla vita spericolata di Caravaggio.

giovedì 10 maggio 2012

Quinto episodio



Michelangelo è ancora a Brescia. Non si sa quanto ci restò veramente, ma Roberto Longhi nel suo Caravaggio (Firenze, Giunti, 1998) insiste sulla centralità di questa esperienza. Ci sono infatti due tesi controverse sul periodo preromano di Michelangelo. Secondo alcuni, Merisi lasciò Milano per studiare i maestri del colore Veneziano. Per il Longhi, invece, si dovrebbero soprattutto al bresciano Vincenzo Foppa alcuni degli elementi dominanti la futura produzione artistica di Caravaggio: la rivoluzione luministica e la caratterizzazione naturalistica. Noi abbiamo sposato quest'ultima tesi, più in linea con una possibile maturazione artistica di Merisi. Abbiamo però comunque deciso di rappresentare entrambe le città, Brescia e Venezia, nei due più lunghi cicli narrativi precedenti l'arrivo a Roma. La storia di questo episodio è completamente frutto di fantasia, ma ci permette di sottolineare il valore  di un'esperienza così importante nella vita di Michelangelo.

giovedì 26 aprile 2012

Quarto episodio


Caravaggio è a Brescia. Siamo nel 1592 e la Leonessa d'Italia è sotto la dominazione veneziana. La città è sede del cosiddetto rinascimento bresciano e ospita affreschi di autori come Vincenzo Foppa, Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Giovanni Girolamo Savoldo, Alessandro Bonvicino detto il Moretto e Girolamo di romano detto il Romanino. E' praticamente certo che Michelangelo studiò dal vivo queste opere, rimanendone profondamente influenzato.  All'epoca l'esperienza diretta dell'opera d'arte era qualcosa di diverso da quello che è oggi. L'arte pittorica era percepita con lo stupore e l'attenzione con cui oggi si potrebbe fruire degli effetti speciali di un film. Per il resto, aver trasformato Caravaggio in un profiler utile per arrestare un pericoloso criminale è chiaramente un gioco narrativo. E' però probabile che per qualche tempo Michelangelo si guadagnò da vivere realizzando ritratti, per cui non si tratta di una completa forzatura.

giovedì 19 aprile 2012

Terzo episodio: L'arte del contrasto



Michelangelo, lasciata la sua città natale, si dirige verso Roma. Il suo viaggio però finisce anzitempo a Travagliato, piccola cittadina in provincia di Brescia e all'epoca sotto la dominazione veneziana. Questo è molto importante: Michelangelo potrebbe andare direttamente a sud, ma  Travagliato è un crocevia piuttosto importante di strade, tanto che lo stesso nome, deriva proprio dalla sua centralità nel passaggio.   Proprio per questo motivo il 31 dicembre 1512 il doge Leonardo Loredan faceva stilare, sul privilegio concesso alla terra di Travagliato, queste parole: "essere la Terra sul passo (= passaggio) et propinquo alla città, veramente loco d'ogni travaglio".  Inoltre, Michelangelo ha un problema con il ferro del suo cavallo e Travagliato ancora oggi è considerata  Cittadella del cavallo, quindi è centro specializzato nel risolvere la questione.
Per quanto riguarda gli aspetti narrativi, il duello è sicuramente uno dei capisaldi del genere avventuroso. In questo caso è figurato, perché combattuto a colpi di pennello. Nonostante l'episodio in questione sia di pura fantasia, i duelli tra pittori sono sempre esistiti: già Plinio, nella sua Naturalis Historia raccontava della sfida tra i pittori Zeusi e Parrasio. 

mercoledì 11 aprile 2012

Secondo episodio: Per l'amore dell'arte (2 di 2)


... e per haver occiso un suo compagno fuggì dal paese.

Con queste parole, Giovan Pietro Bellori, autore de Le vite de' Pittori scultori e architetti moderni (1672) introdusse l'argomento della fuga di Caravaggio dalla sua terra natale. Anche Giulio Mancini, nel suo Considerazioni sulla pittura, (1620), alluse ad un episodio simile, sottolineando il fatto che Merisi fu costretto a trascorrere un periodo in prigione.
 Michelangelo dunque si rese colpevole di un omicidio che lo costrinse a fuggire da Milano, all'epoca in mani spagnole. Tutto il resto è avvolto nel mistero. Su chi sia stata la vittima di Caravaggio e perché Michelangelo decise d'ucciderlo non c'è nessuna documentazione. Per questo, noi abbiamo scelto Antonio. E' un suo amico e corrisponde perfettamente alle parole del Bellori. Inoltre non è un omicidio voluto. E' dovuto ad un eccesso di foga, a quel carattere tumultuoso che fu croce e delizia di Michelangelo Merisi. La scena in cui Caravaggio, pentito del suo gesto, depone  gentilmente a terra il corpo ormai esanime di Antonio è una chiara riproposizione del dipinto la Deposizione, che fu ovviamente realizzato da Merisi dieci anni dopo, tra il 1602 e il 1604. Abbiamo deciso di inserirlo nel testo perché volevamo anticipare quelli che saranno i temi portanti della serie: da un lato l'avventura, dall'altro l'arte. 
Al termine dell'episodio solo l'intervento di Costanza Colonna Sforza permette a Michelangelo di sfuggire ad una lunga detenzione. Come abbiamo già scritto, la benevolenza di Costanza, e per riflesso di tutta la famiglia Colonna, sarà fondamentale per tutta la vita di Caravaggio.

Nota: Nella spiegazione del primo episodio c'è una frase che potrebbe trarre in inganno il lettore. E' infatti plausibile che Michelangelo conoscesse i figli di Costanza, ma Antonio, come la donna esplicita chiaramente nel testo, è semplicemente un suo protetto

mercoledì 4 aprile 2012

Primo episodio: Per l'amore dell'arte (1 di 2)


Michelangelo Merisi venne alla luce, probabilmente, a Milano il 29 settembre 1571. La sua nascita però è da sempre considerata un mistero e non c'è accordo né sulla data né sul luogo. Secondo alcuni nacque a Milano, per altri invece a Caravaggio, nel piccolo paese del bergamasco di cui erano originari i genitori. Essendo smarriti i documenti relativi a quegli anni sia dalla Chiesa di Milano, dove si ritiene possa essere nato, sia da quella di Caravaggio, non si conosce la verità. Quel che è certo è che i suoi genitori, Fermo Merisi e Lucia Aradori si erano sposati il 14 gennaio 1571 a Caravaggio. Al matrimonio, come usanza dell'epoca, furono presenti Francesco Sforza e la sua giovane moglie, Costanza Colonna, figlia di quel Marcantonio Colonna che nell'estate dello stesso anno avrebbe partecipato in qualità di ammiraglio pontificio alla vittoria della battaglia di Lepanto. 
Per questo, abbiamo immaginato una visita dei due nobili anche al battesimo di Michelangelo.
Costanza divenne vedova solo pochi anni dopo, nel 1583. La donna, e anche più in generale la famiglia Sforza Colonna, rimarrà sempre legata a Michelangelo, tirandolo spesso fuori dai guai in momenti difficili. 
Per questo motivo abbiamo fatto studiare Michelangelo all'interno di un palazzo di proprietà della donna. L'ambientazione da cui abbiamo preso spunto è un palazzo realmente esistente a Caravaggio, oggi sede dell'amministrazione comunale. Il palazzo era anticamente di proprietà della famiglia Sforza. I figli di Costanza avevano la stessa età di Merisi e per questo addirittura plausibile che si conoscessero. 
E' storicamente provato che Caravaggio studiò da bambino nella bottega di Simone Peterzano, a Bergamo. Non ci siamo soffermati su questo evento principalmente per due motivi.
La nostra storia infatti comincia quando Michelangelo è ormai cresciuto e quindi nel periodo appena precedente alla sua venuta a Roma.
Inoltre Caravaggio, appena arrivato nella città eterna, finì di nuovo sotto bottega, questa volta dal pittore Giuseppe Cesari. Per questo abbiamo pensato che fosse il caso di evitare una ripetizione di situazioni, soffermandoci di più sul legame su Cesari, che evidenzieremo quando Michelangelo arriverà a Roma.
In questo primo episodio, come forse avrete già capito, si muovono personaggi certamente legati a Michelangelo, come appunto Costanza Sforza Colonna e altri probabilmente mai esistiti, come Don Alfonso.
Per adesso, questo è tutto e non resta che darvi appuntamento al  prossimo episodio.

lunedì 2 aprile 2012

Gli autori di Caravaggio

Abbiamo già parlato del team creativo di Caravaggio, e per alcuni di loro non c'è nessun bisogno di presentazioni.  Però gli antichi dicevano Repetita Iuvant, e noi, che stiamo realizzando una serie d'ambientazione storica, vogliamo dargli retta. Per cui, ecco una breve scheda per ognuno.

Roberto Recchioni
Esponente di punta del fumetto Italiano, Roberto ha collaborato con tutti i pù importanti editori del settore. Ha lavorato a lungo per l'Eura editoriale, per la quale ha creato insieme a Lorenzo Bartoli John Doe (poi passato all'Aurea Editoriale), si è cimentato con Diabolik e infine è approdato in Bonelli.
Per l'editore di Via Buonarroti ha realizzato alcuni numeri di Dylan Dog, tra cui Mater Morbi, già diventato uno dei classici della serie. Sempre per la Bonelli usciranno a breve un romanzo a fumetti ambientato nel giappone feudale con i disegni di Andrea Accardi e una miniserie di fantascienza a colori (!), Gli orfani, realizzata graficamente da Emiliano Mammucari.
Il suo impegno principale, al momento, è lavorare su Tex.
Il suo blog, Dalla parte di Asso Merrill è uno dei principali punti di riferimento in lingua italiana per l'intrattenimento popolare sulla rete.

Paolo Ongaro
Disegnatore e pittore professionista, Paolo ha collaborato in in maniera continuativa con i più importanti editori italiani, tra cui Mondadori, Corriere della Sera-Rizzoli, Edizioni Paolini, Walt disney Company, Fabbri, Bonelli ( Martin Mystere) e Astorina ( Diabolik)
Superati i confini del bel paese, ha collaborato in Francia con Larousse, in Gran Bretagna con I.P.C., e suoi lavori di grafica, acquerelli e fumetti appaiono in Spagna, Danimarca, Norvegia.
E' riuscito a pubblicare un albo anche in Cina.
Qui potete trovare altri riferimenti e alcune illustrazioni realizzate da Paolo.

Giulio A.Gualtieri.
Debutta nel mondo del fumetto nel 2009 con Homo Homini Lupus (edizioni Bd), disegnato da Giacomo Bevilacqua. Raggiunge per la prima volta l'edicola nel 2010 con la rivista Icomics, per la quale realizza la miniserie in tre episodi Nash, nella quale si alterna ai testi con Riccardo Torti, per i disegni di Moreno Dinisio. E' tra i fondatori della Villain Comics, nuova etichetta indipendente che vedrà la luce al Napoli Comicon 2012. Ha un blog, dove pubblica racconti brevi.

domenica 1 aprile 2012

In origine.

Questa specie di moschettiere qui sopra sarebbe dovuto essere Caravaggio.
Il mio Caravaggio. Scritto e disegnato da me.
Era molti anni fa, io ero giovane e non sapevo cosa stavo facendo.
Quando mi misi, effettivamente, a scrivere e a provare a disegnare il progetto, mi resi conto che per rendere giustizia al personaggio non mi sarebbe bastato fare qualche disegnino campato in aria ma ci voleva uno studio e una preparazione che, semplicemente, non avevo.
E così, nonostante l'Eura avesse approvato il progetto, io lo misi nel cassetto.
Ripromettendomi di tirarlo fuori solo nel caso, un giorno, fossi stato all'altezza.

Con la nascita dell'Aurea, però, Enzo Marino tornò alla carica, chiedendomi di riprendere il tutto, trasformandolo però in una serie di avventure continuative sulla falsariga del Dago di Robin Wood.

Io continuavo a ritenere di non essere pronto, quindi, gli proposi qualcosa di diverso.
Prima di tutto, l'avrei solo scritto, affidando i disegni a qualche autore di esperienza, magari con una passione per il fumetto storico, per l'arte e per Michelangelo Merisi, in particolare.
In secondo luogo, non l'avrei scritto da solo ma mi sarei avvalso dell'aiuto di qualcuno che avesse il tempo per fare tutte le ricerche necessarie e potesse dedicare al progetto tutta l'attenzione necessaria. La mia intenzione era quella di mettere le basi della serie, partecipare attivamente alla scrittura dei primi episodi, supervisionare quelli successivi e, infine, distaccarmene, per lasciare tutto in mani altrui.

Per i disegni, dopo una ricerca abbastanza faticosa, trovammo in Paolo Ongaro l'interprete perfetto.
Per le sceneggiature, mi feci affiancare da Giulio Antonio Gualtieri.
Che non solo era un giovane  sceneggiatore che stimavo e un allievo del mio socio Lorenzo Bartoli, ma era pure amico e compagno di avventure a Dungeons & Dragons.
Nei prossimi giorni, sarà Giulio a portare avanti questo blog, quindi, non mi rimane che affidarvi alle sue mani!